La prima volta che ho sentito parlare di raccolta differenziata dei rifiuti, ho avvertito dentro di me un forte richiamo a un importante impegno.
Attorno a me ascoltavo i commenti di colleghi, famigliari, amici, vicini di casa: ognuno aveva una differente visione di questa nuova faccenda, e non ho potuto fare a meno di notare, col passare del tempo, che spesso le loro reazioni assomigliavano alla loro parte animica…o meglio, derivavano dalla loro essenza, dal loro modo di vivere la vita in modo più o meno spirituale. L’apertura o la chiusura che mettevano nel dover dividere ogni rifiuto per tipologia, l’attenzione che decidevano di dedicare a imparare dove andasse posta ogni singola cosa o parte di essa, mi riportava sempre più a “vederli dentro” …
Anche i loro commenti mentre condividevamo le nostre idee in proposito mi aprivano finestre sulla loro interiorità: da un semplice sacchetto di caffè potevano trasparire vite e vite intere, vissute nella paura e nella solitudine o nell’apertura all’Amore.
Ed è così che sono giunta alla definizione di “Ecologia dell’Anima” per definire un nuovo insegnamento che avrei potuto dare all’umanità: come cambiare il proprio modo di vivere la vita per fare in modo di “sporcarsi” energeticamente il meno possibile e dover così eliminare un quantitativo sempre minore di rifiuti energetici dal proprio corpo fisico e dalle proprie componenti sottili.
Il principio è identico a quello su cui dovrebbe basarsi l’ecologia in generale per limitare l’impatto ambientale dei rifiuti che produciamo per lavarci, vestirci, alimentarci e viaggiare: meno prodotti chimici e altamente inquinanti per l’uomo e per l’ambiente uguale meno scarti che fra centinaia di anni vagheranno ancora su Gaia indisturbati e noncuranti del danno inflitto alla nostra Madre Terra.
L’associazione fra il modo di differenziare la spazzatura e vivere la vita si basa, dal mio punto di vista, sostanzialmente su questi tre punti:
- Una scelta primaria: decidere di acquistare prodotti
con imballaggi poco voluminosi e meno dannosi per l’ambiente = decidere di incidere il meno possibile con le proprie “emissioni” mentali ed emozionali sull’energia sottile in cui tutti noi viviamo. E vi posso garantire che al 100% davvero queste due cose coincidono!
- Una scelta intermedia: decidere di riciclare gli imballaggi e gli scarti dei prodotti sia tramite un loro intelligente riutilizzo, sia con una loro attenta differenziazione prima della definitiva eliminazione = impegnarsi a vivere di energia propria, alimentandosi autonomamente in connessione con l’Energia Cosmica Universale, anziché sottrarla ad altri tramite “vampiraggi” energetici.
- Una scelta ultima, ma non per questo di poca rilevanza: acquistare per quanto possibile unicamente prodotti provenienti da materie prime riciclate o naturali e che tassativamente non arrechino danno alcuno agli animali e alla Natura = non fare agli altri ciò che non desideri venga fatto a te stesso…vivendo con empatia il quotidiano, nel rispetto del valore della vita altrui, della nostra Madre Terra e dei nostri fratelli Animali, Vegetali e Minerali.
Torniamo ora a questa “Ecologia dell’Anima”.
Di cosa si tratta?
Come trasformare queste belle parole in realtà?
E, soprattutto, quanto siamo disposti a metterci in gioco per vivere in suo nome?
Nel corso degli anni, grazie al mio lavoro di terapeuta, ho compreso che l’ostacolo più alto da affrontare e superare per guarire se stessi non è tanto il credere o non credere nel soprannaturale, negli Angeli o nella vita dopo la vita, quanto l’accettare di vivere responsabilmente le proprie esperienze.
Molti attribuiscono indifferentemente al fato, alla sfortuna o a Dio la causa di ogni difficoltà che si pone sul loro cammino e si convincono sin da piccoli di essere una vittima senza via di scampo di un disegno inintelligibile e insuperabile, se non tramite l’arresa a “cose” che non si possono spiegare e che stanno al di sopra di tutto. La convinzione di avere colpe infinite da scontare (“Cos’avrò fatto mai di male per meritarmi questo?!”) diviene un must fin dalla nascita e guai a non esserne più che sottomessi.
Mi diceva la mia nonna “Ti te se un diaul!” ogni volta che le ponevo domande che mettevano in dubbio il Peccato Originale o la verginità di Maria… Cresciamo attorniati da conoscenti e famigliari che conversano fra loro di “disgrazie” varie e piangono un destino ineluttabile, un Peccato Universale più appiccicoso dell’omino di pece dei cartoni animati che vedevo da piccola e che ci rende più neri del povero Calimero (che poi, guarda caso, nero non era proprio, ma era sufficiente lavargli via lo sporco!).[1]
Ed ecco, è proprio questa in realtà la semplice soluzione: lavare via lo sporco, che non è però, come si potrebbe pensare, lo sporco di un’Anima macchiata da un peccato commesso da chissà chi, ma uno sporco energetico, frutto di migliaia e migliaia di anni vissuti nelle credenze, nelle superstizioni e nella caccia alle streghe fuori e dentro ognuno di noi…Uno sporco che si è incistato nei nostri corpi energetici, nella nostra memoria cellulare e che è fondamentale imparare a portare a galla e discreare.
Uno degli scopi di questo libro vorrebbe essere quello di aiutare chiunque lo desideri da un lato a liberarsi dalla “spazzatura” energetica che si porta appresso e dall’altro imparare a non crearne altra! Diventare sostanzialmente terapeuti di se stessi e non farsi cogliere impreparati quando la vita passerà attraverso le prove scelte per la propria incarnazione.
L’arma più potente di cui disponiamo è il nostro pensiero
La capacità della nostra mente di creare condizioni e situazioni non ha eguali, solo che, purtroppo, ben pochi ne sono consapevoli e in numero ancora minore sono quelli in grado di mettere in pratica questo dono.
Chi crede nei miracoli alzi la mano!
E poi ancora la alzi chi afferma di non credere in Dio… avendo però capito veramente di “chi” si tratti.
Eh già, perché se puoi affermare di credere o non credere in qualcosa o in qualcuno, dovrai prima avere le idee chiare al riguardo e, come minimo, sapere esattamente di chi o di che cosa tu stia parlando e mettendo in dubbio l’esistenza…!!! E poi, parliamoci chiaro: un conto è credere nell’esistenza di Dio, un altro è CREDERE IN DIO…
Io credo che il mio vicino di casa esista, ma non per questo CREDO in lui…!!!
Perdonate il gioco di parole…
Chiara la differenza?
Quindi iniziamo ponendo la massima attenzione alle parole che utilizziamo, perché vedremo quanto siano fondamentali quando si lavora con le Energie.
Si è vero…sono già stata bruciata e uccisa in molti altri modi nelle mie innumerevoli vite, a causa di questa mia linguaccia che non sa stare al suo posto…e non ho la minima intenzione di fermarmi proprio ora! E meno male…poiché fintanto che ce ne staremo zitti zitti per paura o desiderio di compiacere i più, non saremo mai liberi di sperimentare appieno le nostre esperienze di vita e continueremo a incarnarci in un loop senza fine, intrappolati nella ragnatela della paura di manifestarci in maniera pura e autentica.
Ma procediamo con ordine: la condizione fondamentale affinché si possano riconoscere e utilizzare appieno le potenzialità della propria mente, è quella di ammettere di “essere noi stessi Dio”.
E qui facciamo una pausa riflessiva: affermare di essere noi stessi Dio significa riconoscere l’Essenza di cui siamo fatti.
Immaginiamo di avere dinnanzi a noi uno specchio immenso, ecco, quello è Dio.
Adesso pensiamo di staccarne dei pezzettini piccolissimi, così piccoli che risulta impossibile vederli a occhio nudo. Ognuno di questi frammenti rappresenta un’anima (o parte di essa) che si stacca dal Tutto per incarnarsi. Ma se osserviamo questo infinitesimale “pezzettino” di Dio a un microscopio immaginario, possiamo vedere che la materia di cui è fatto è identica a quella di cui è composta la Fonte da cui proviene, così come lo è la sua capacità di riflettere le immagini, solo un po’ più in piccolo. Noi non siamo un corpo fisico con i suoi organi. Ciò che siamo può essere definito: “ENERGIA IN MANIFESTAZIONE”, perché ha la facoltà di esprimere se stessa nelle caratteristiche più vicine a Dio in ogni pensiero e gesto che compie nel suo quotidiano. Ecco quindi spiegato, dal mio punto di vista, chi siamo noi e perché possiamo affermare di essere Dio.
Ora la domanda sorge (anzi risorge) spontanea:
“Credi in Dio, sapendo di esserlo tu stesso?”
A questo punto, così come il piccolissimo frammento del grande specchio mantiene le sue capacità riflettenti, così noi manteniamo tutte le potenzialità divine: creare la nostra vita, discreare ciò che non ci occorre e …
COMPIERE MIRACOLI!
(Tratto dal mio libro “Il Canto dell’Anima – La Via per la Libertà”)
[1] Quando ero bambina amavo moltissimo guardare in Tv il “Carosello”, una vecchia trasmissione pubblicitaria ricca di serie animate. Uno dei protagonisti che preferivo era il pulcino Calimero, abilissimo nello sporcarsi col fango; ma dopo un lauto bagno in un famoso detersivo, eccolo ogni volta tornare bianco splendente!